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IDENTITA' SESSUALE


Navigando nei social media può capitare di imbattersi in video, nei quali a persone incontrate per strada viene chiesto cosa pensino di eterosessualità e omosessualità. Molte volte però chi deve rispondere confonde i due termini, ed è quindi evidente come vi sia ancora una scarsa conoscenza  dell’argomento e della terminologia corretta.

L’orientamento sessuale infatti è solo una delle aree di cui si compone l’IDENTITÀ SESSUALE di ognuno di noi, che non è così immediata da descrivere perché è un costrutto di natura bio-psico-socio-sessuale che deriva dall’interazione di quattro dimensioni indipendenti tra loro.


La prima dimensione è rappresentata dal SESSO BIOLOGICO, che viene assegnato immediatamente alla nascita osservando i genitali esterni del neonato. Se sono presenti pene e testicoli il bambino viene definito maschio, mentre se si osservano vulva e vagina il neonato viene riconosciuto come femmina. Non è, tuttavia, sempre così semplice, perché possono esserci delle condizioni di ambiguità: alcuni bambini (circa l’1,7% della popolazione) presentano genitali con aspetti biologici di entrambi i sessi, rientrando nella condizione definita intersessualità.


La seconda dimensione è l’IDENTITÀ DI GENERE, cioè “la continuità, l’unità e la persistenza della propria individualità come maschile, femminile o ambivalente. L’identità di genere si struttura già all’età di tre anni e da qui in poi i bambini e le bambine comprendono come questa dimensione si mantenga stabile nel tempo e non dipenda né dal modo di vestire né dalle caratteristiche esteriori.

Se vi è concordanza tra il sesso biologico e l’identità di genere, la persona viene definita cisgender; altrimenti, se la concordanza non c’è e si decide di oltrepassare i limiti del genere, si utilizzerà il termine transgender. A queste due condizioni se ne aggiungono altre: una persona che non si identifica nella dicotomia maschio-femmina viene definita genderqueer; se un individuo possiede un’identità di genere che oscilla nel tempo, identificandosi come maschio, femmina o altro tipo, viene considerata genderfluid; se la persona non si indentifica in nessun genere, prende il nome di agender; infine, riconoscersi in tutti i generi porta a essere definiti pangender.

 

Terza dimensione dell’identità sessuale è l’ESPRESSIONE DI GENERE. Questa fa riferimento al modo in cui un individuo esprime e comunica la propria mascolinità e femminilità. L’espressione di genere non corrisponde alla propria percezione interna, ma consiste in un processo sociale caratterizzato da diversi elementi, come l’abbigliamento, l’atteggiamento e la cura personale. Tutti gli elementi che divergono dal sesso biologico vengono generalmente scoraggiati dall’ambiente nel quale si cresce, mentre quelli conformi vengono sostenuti.

 

Infine, la quarta dimensione è rappresentata dall’ORIENTAMENTO SESSUALE, un insieme di fattori emotivi, sessuali e relazionali che determinano l’interesse per una persona: del sesso biologico opposto (eterosessualità); dello stesso sesso (omosessualità); di entrambi i sessi (bisessualità); di nessun sesso (asessualità).

 



Bibliografia:

Polloni, G. (2020). Identità di genere e orientamento sessuale. In R. Bernorio, G. Mori, F. Casnici e G. Polloni (a cura di), L’approccio diagnostico in sessuologia (pp. 200-204). FrancoAngeli.

 
 
 

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